c'è chi sostiene che il valore delle cose risieda nella rinuncia che esse hanno comportato.
quindi se un gruppo di francescani si muove il sabato sera facendo apostolato per le strade di Torino annoiata, ciò che salta più all'occhio, mi dicono debba essere il rispetto che ne scaturisce.. per il voto di povertà ecc. sandali ecc.
quindi se un gruppo di francescani si muove il sabato sera facendo apostolato per le strade di Torino annoiata, ciò che salta più all'occhio, mi dicono debba essere il rispetto che ne scaturisce.. per il voto di povertà ecc. sandali ecc.
3 Comments:
Ma chi è lo dice? E' moralità inquietante, convinzione frusta, esegesi poltrona. Insomma, teologia da panetteria.
Ma sai, tra un croissant e l'altro, al baratti-milano di qualsivoglia paesino è questo di cui si discute. Immagino si tratti delle rinunce che non si sarebbe mai stati in grado di fare.
gnam!
No, la domanda non è: "Quale il valore della rinuncia?" o "A cosa potrei rinunciare?", ma: "Che cosa me ne viene in cambio?" E la risposta è tutta lì...
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